Stampa 3D e biomedica: la storia di Amanda Boxtel

stampa 3D e ingegneria biomedica

In questo post vogliamo parlare di come la stampa 3D possa innovare il settore biomedico e il mondo delle protesi, offrendo migliori prospettive di vita alle persone affette da handicap.

E’ il caso di Amanda Boxtel, una signora americana paraplegica in seguito ad una caduta sugli sci, che è riuscita a poter camminare grazie ad una protesi speciale creata tramite l’utilizzo della stampa 3D.

La realizzazione della protesi è avvenuta dalla collaborazione di Ekso Bionics, società di ingegneria biomedica, e 3D Systems, leader nella creazione di stampanti 3D.

Il principio è stato quello di sfruttare la massima personalizzazione e versatilità della stampa 3D per applicarlo alla realizzazione di esoscheletri, consentendo di creare una protesi su misura e consentire ad Amanda di camminare autonomamente.

Il processo è stato relativamente semplice:

con uno scanner 3D è stato scansionato il corpo di Amanda:

– è stata progettata una protesi sul modello digitale del corpo di Amanda che includesse i componenti necessari (cavigliere, parastinchi, montanti per la schiena, etc…)

tramite la stampa 3D sono state stampate le protesi realizzate su misura

Il risultato è sensazionale sia dal punto di vista tecnologico e ingegneristico, ma soprattutto dal lato umano: grazie alla stampa 3D e alla sua applicazione nel campo biomedico è possibile migliorare la qualità delle persone afflitte da handicap o menomazioni.

Insomma, questa storia ci da speranza e ci mostra come la tecnologia può migliorare il nostro mondo.

Un piccolo passo per Amanda, un grande passo per l’umanità

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